Il Razionalismo
Il percorso parte dalla Pinacoteca Civica, dove è possibile conoscere la produzione del futurista comasco Antonio Sant’Elia e vedere le opere degli astrattisti comaschi, che sono in stretta relazione con la cultura razionalista.
Si prosegue in piazza del Popolo, dove campeggia la Casa del Fascio, capolavoro razionalista italiano, progettata dall’architetto Giuseppe Terragni nel 1932 e completata nel 1936. L’edificio oggi è sede del Comando della Guardia di Finanza.
Seguendo la passeggiata a lago, si può visitare il cosiddetto “quartiere razionalista”, compreso tra viale Puecher e viale Sinigaglia, che testimonia l’importante rinnovamento architettonico in termini sia di nuovi materiali utilizzati, sia di soluzioni formali e plastiche adottate nelle costruzioni, di cui si privilegia la funzionalità.
Subito si incontra il Novocomum, edificio ad appartamenti progettato nel 1927 da Terragni, realizzato con superfici di muro e vetro. Fu soprannominato il “transatlantico” per la sua forma e dimensione.
La visita continua con Casa Giuliani Frigerio, ultimo edificio realizzato da Terragni tra il 1939/1940, mirabile punto di arrivo nel trattamento dei volumi architettonici.
Fanno parte del quartiere anche gli impianti sportivi e per il tempo libero realizzati nella fascia a lago: l’Idroscalo (1930), lo Yacht Club (1931), la Canottieri Lario (1931) e lo stadio (1927). Chiude il percorso il Monumento ai Caduti, realizzato nel 1933 dai fratelli Giuseppe e Attilio Terragni, su ispirazione di uno schizzo di Sant’Elia. E’ una costruzione a forma di torre, alta 33 metri, che conserva nel sacrario un monolito di granito con il nome di 750 caduti comaschi nelle guerre mondiali. La scala interna, di 140 gradini, dalla cripta conduce all’ultima terrazza dalla quale si può godere di un impareggiabile panorama sulla città.
Di notevole importanza sono anche l’asilo Sant’Elia, in via Alciato, il cui progetto fu elaborato da Giuseppe Terragni nel 1935 e la fontana nel piazzale di Camerlata progettata da Cesare Cattaneo e Mario Radice nel 1935 e poi realizzata nel 1962.