Como risorgimentale
Il percorso parte con la visita al Museo Storico Giuseppe Garibaldi, a Palazzo Olginati, dove, come ricorda la lapide murata sulla facciata, soggiornò Garibaldi nel 1866. Le prime due sale, quella dedicata al 1848-49 e al 1859, sottolineano con numerosi e vari cimeli, il ruolo attivo dei patrioti comaschi, che si batterono per la liberazione di Como dagli austriaci e per l’unificazione del paese.
Nella sala 1848-49 è ospitato al centro lo stemma in mosaico della città sormontato dall’aquila austriaca, proveniente dalla sede del vecchio Municipio in via Cinque Giornate; tra i vari cimeli le piastre in ferro usate come riparo per l’assalto alla Caserma di San Francesco e i frammenti della Bandiera del Presidio austriaco di Como “Reggimento Prohaska”, requisita dai comaschi al tamburino austriaco prigioniero dopo le Cinque Giornate di Como. La sala 1859 ricorda invece la famosa battaglia di San Fermo del 27 maggio 1859.
Usciti dal Museo, percorrendo via Balestra, si arriva in viale Battisti costeggiato dalle mura meridionali, di fronte alle quali si trova il moderno edificio del Tribunale e l’ex-chiesa di San Francesco (ora Spazio Ratti), unico resto del complesso conventuale francescano, all’interno del quale era collocata la caserma austriaca.
Lungo questo tratto di mura, a metà dell’Ottocento, c’era una grande spianata che serviva ai soldati austriaci per le loro esercitazioni e proprio qui gli austriaci si arresero e consegnarono la loro bandiera ai patrioti comaschi.
Percorrendo tutto il viale si raggiunge piazza Vittoria dove si può ammirare l’imponente statua di Garibaldi, scolpita da Vincenzo Vela e inaugurata nel 1889 in occasione del trentennale della liberazione.
Il percorso si conclude in Pinacoteca, dove è esposto il dipinto di Francesco Capiaghi, “Dopo la resa, Como 22 marzo 1848”: il quadro raffigura la resa della guarnigione austriaca in piazza Vittoria dopo le Cinque Giornate del marzo 1848. Il pittore fu testimone oculare del fatto che rievocò in occasione del cinquantenario.