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Omaggio social dei Musei civici di Como allo scultore Giovanni Tavani
Data: 08 ago 2022In occasione dei 40 anni dalla morte
Dal 19 al 25 agosto 2022 la Pinacoteca civica rende omaggio allo scultore comasco Giovanni Tavani, dedicandogli una settimana di post sulle pagine social dei Musei civici, ripercorrendone la sua attività artistica e la sua memoria.
Scomparso nella giornata del 19 agosto 1982, la figura di Tavani è spesso poco citata ma profondamente radicata nel territorio che ne vede i natali. Nato nel febbraio 1934 dallo scultore d’arte sacra Pietro, il giovane Tavani apprende sin dall’infanzia la maniera del padre. La formazione è dapprima di tipo architettonico: l’interesse per la spazialità si fonde alla solidità della scultura paterna, creando un connubio stilistico inedito e proprio della sua mano.
È nelle imposte della Chiesa del Seminario Maggiore di Como che il giovane artista si confronta per la prima volta con l’opera del padre scultore scomparso, andando ad ultimare i bassorilievi bronzei che la compongono. A questi, Tavani infonde uno spazio architettonico ben definito e una rigorosa geometria.
Sin dagli esordi sua scultura richiama arcaismo e epidemicità, vibrazione e dinamismo, il stile è inquieto, sintetico e estremamente espressivo.
Tra le opere del Maestro, molte sono quelle che abitano la città comasca e che quest’omaggio intende far conoscere e valorizzare: dalla lunetta della chiesa di Santa Cecilia alla scultura di Paolo e Francesca nel giardino del Palace Hotel sul lungo Lago, sino alla Stele dedicata al canottiere e insigne militare Giuseppe Sinigaglia.
La drammaticità intensa ed il patetismo geometrico si fondono alla scelta di tematiche ben definite che, nel loro insieme, concorrono a definire il disegno poetico dello scultore. Ecco, allora, che amazzoni, madri, animali e figure sacre abitano le sue opere, rivestendole di senso.
Per quanto contemporanea nella sua espressione, l’arte di Tavani è pervasa dall’antico. Tra i capisaldi della sua poetica immancabile è il dialogo con il passato: la ripresa della forza plastica delle sculture elleniche, così come gli echi simbolici delle culture extraeuropee.
Egli (Tavani) è in fase di più completo apprendimento del mestiere e sa che il mestiere è “tutto”: come affermavano gli antichi greci. Infatti soltanto gli artisti migliori lo approfondiscono (…)“, scrive Mario Radice di lui in uno dei carteggi conservati nell’archivio della Pinacoteca.
Tutto, nell’opera di Tavani, dalla forma al soggetto, dalla resa al progetto, tende all’ Amore come forma di assoluto. In questo, l’Arte si fa veicolo diretto e partecipe. È così che, per l’artista, il solo scolpire diventa un atto d’Amore.
Come portato avanti in precedenza per esponenti come Nicola Salvatore, Alvaro Molteni o Eli Riva, l’atto di commemorazione dell’opera di artisti così strettamente legati al territorio lariano si inserisce e inscrive nella volontà della Pinacoteca – e dei Musei Civici, più in generale – di valorizzare pienamente la stretta connessione che intercorre tra città e arte, all’insegna di una promozione totale del Patrimonio e dei suoi valori e significati.
Tavani compartecipa alla narrazione della memoria comasca tramite la sua personalissima modalità di vivere e fare l’arte.