Museo Archeologico Paolo Giovio - Sezione di Preistoria e Protostoria
Museo archeologico Paolo Giovio | Sezione di Preistoria e Protostoria
Il video propone una serie di immagini relative a Palazzo Giovio e agli spazi del Museo Archeologico di Como, alternate a fotografie storiche degli allestimenti originari e degli scavi archeologici nell'ambito dei quali furono rinvenuti i materiali esposti nella sezione di Preistoria e Protostoria: tra i numerosi oggetti esposti, mostra in particolare quelli rappresentativi della cosiddetta “cultura di Golasecca”, tra i quali spiccano il coperchio di Grandate, i "doppieri" e la “tomba del carro”, solo per citarne alcuni.
Trascrizione completa del parlato
Il Museo Archeologico di Como fu inaugurato a Palazzo Giovio nel 1897. Era composto da materiali vari, molti dei quali rinvenuti per caso nei dintorni di Como e donati dai proprietari dei terreni o da collezionisti.
Il Museo si andò in seguito ampliando nel piano nobile del Palazzo, soprattutto per esporre i numerosi reperti preistorici e protostorici che emergevano dai dintorni della città, in particolare dalla necropoli della Ca’ Morta, sui rilievi collinari tra Camerlata e San Fermo.
Gli oltre 60 corredi tombali oggi esposti permettono di seguire l’evoluzione della cosiddetta “cultura di Golasecca”, una cultura celtica che si è sviluppata tra il Piemonte e la Lombardia nella “Prima Età del Ferro”, ossia nel primo millennio avanti Cristo.
Nella regione comasca si praticava il rito della cremazione e le ceneri dei defunti venivano deposte in urne di terracotta o in vasi di bronzo e sepolte con corredi di armi, ornamenti e vasi per offerte.
Tra i materiali più interessanti ricordiamo il coperchio di Grandate, in bronzo decorato a sbalzo, importato a Como nell’antichità dall’area veneta, e i ricchi corredi del VII e VI secolo a.C. caratterizzati dai “doppieri”, bracieri o recipienti rituali decorati a stampiglia.
Gli oggetti rinvenuti nelle tombe testimoniano la progressiva apertura delle genti golasecchiane sia agli scambi transalpini sia alla civiltà etrusca, da cui le popolazioni locali presero anche i caratteri per la scrittura.
Sono proprio questi contatti a determinare la grande fioritura dell’abitato di Como nel V secolo a.C.
A questo periodo risale la “tomba del carro” venuta alla luce nel 1929 nella Cava Butti di Lazzago, nella quale era stata sepolta una donna dell’aristocrazia locale insieme al carro da parata, di tipologia celtica, probabilmente usato per la cerimonia funebre.